Una tavola rotonda tra Legambiente, esperti ICZM e i Comuni costieri maremmani per confrontarsi su criticità, progettualità e future strategie di cooperazione territoriale per cercare di ottimizzare i risultati tutelando l’ambiente, l’immagine della costa maremmana e sostenendo una blue economy sempre più green.
Il problema dei rifiuti marini e costieri si è ormai trasformato in una vera emergenza che le amministrazioni locali e le imprese della filiera del mare, dalla pesca al turismo devono affrontare pressoché quotidianamente. Un problema che ha cause endogene, per i troppi cittadini che ancora non effettuano una corretta differenziazione dei rifiuti o peggio li abbandonano in ambiente (dal singolo rifiuto, alla piccola discarica abusiva) ed esogena per i rifiuti che si accumulano lungo costa portati dai fiumi o restituiti dalle mareggiate.
In questi mesi Circolo Festambiente, grazie agli esperti del progetto ENI CBCMED Common, ha promosso tavole rotonde virtuali con i tanti operatori dell’economia del mare (balneari, albergatori, diving e pescatori …) per recepirne criticità, ma soprattutto idee e disponibilità ad essere parte attiva della soluzione.
“Una propositività che talvolta ci ha persino sorpreso – spiega Valentina Mazzarelli, coordinatrice territoriale del progetto – soprattutto per l’approccio innovativo alla risoluzione del problema e la disponibilità a verificare con le amministrazioni come collaborare e mettere in pratica queste idee. A dimostrazione di quanto la gestione dei rifiuti urbani e costieri rappresenti una criticità trasversale a tutte le categorie sia come soggetti attivi (che li producono e devono smaltirli) che passivi, legato all’immagine che un territorio che fa della qualità ambientale il suo biglietto da visita deve saper coerentemente trasmettere.”
E anche di queste criticità e proposte si è parlato il 5 maggio durante la tavola rotonda che ha riunito i Comuni di Orbetello, Monte Argentario, Isola del Giglio, Grosseto, Castiglione della Pescaia, Follonica e Scarlino.
“Ognuno – conclude Mazzarelli – ha illustrato le tante problematiche diverse, derivanti dalle rispettive conformazioni territoriali o da vincoli dell’attuale sistema di raccolta, ma tutti hanno numerosi progetti attivi o in procinto di partire proprio con questa stagione estiva. Più importante, inoltre, la grande consapevolezza e disponibilità verso le proposte delle categorie economiche e rispetto a verificare progettualità comuni, da attuare nel breve e medio periodo, in modo che la costa maremmana possa lavorare in modo più sistemico, ottimizzando i risultati”.
“È stato un confronto franco e molto costruttivo per tutti – spiega Angelo Gentili, presidente di Circolo Festambiente – La costa Maremmana, da anni ormai 5 Vele, si è sempre distinta sul panorama nazionale e alcuni Comuni sono divenuti dei veri e propri esempi. Le progettualità avviate o in partenza dimostrano però come in questi ultimi 5 anni questo territorio abbia fatto un grande salto di qualità, con approcci sempre più innovativi e sempre più collegati con le realtà che operano nel territorio e per questo destinati a raggiungere risultati promettenti. Dal canto nostro continueremo a incentivare questo cambio di passo e, anche grazie a progetti come Common, metterli in rete con altre esperienze nazionali ed internazionali perché dal confronto possano nascere occasioni di ulteriore crescita e innovazione per uno sviluppo territoriale sempre più sostenibile”.
E il prossimo appuntamento per i Comuni maremmani sarà proprio quello di un confronto con i colleghi del Salento. Quest’area pugliese è infatti la seconda area pilota del progetto COMMON ed è in fase di organizzazione per il mese di giugno un appuntamento per confrontarsi su idee e esperienze attivate nei vari territori e gettare le basi di future cooperazioni tra queste due regioni, molto simili per bellezza e economie del mare.
Il progetto COMMON è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENI CBC MED per circa 2,2milioni di euro e vede coinvolti Legambiente, l’Università di Siena, l’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi, il CIHEAM Bari, l’ONG libanese Amwaj of the Environment, l’Università di Sousse e la riserva naturale di Tyre, in Libano. L’obiettivo comune è la riduzione del marine litter in 5 aree pilota euro-mediterranee, pianificando l’uso e il monitoraggio delle risorse e utilizzando un approccio partecipativo, con l’ambizione di testare un modello potenzialmente trasferibile a tutto il bacino mediterraneo. Maggiori informazioni: http://www.enicbcmed.eu/projects/common – www.commonproject.it