Arriva un nuovo strumento per proteggere il Mar Mediterraneo dai rifiuti. È il Network delle Città Costiere, una rete di buone pratiche già introdotte nel territorio italiano, che da oggi saranno a disposizione di chiunque voglia replicarle. A tenerle insieme è il progetto COMMON, progetto di cooperazione finanziato da Eni CBC Med che vede Italia, Libano e Tunisia impegnate nella lotta al marine litter e in una gestione più sostenibile dei rifiuti.
In prima linea la penisola Salentina con i Comuni di Tricase, Otranto, Taranto, Ugento, Nardò, Porto Cesareo, Manduria, Lizzano, Castrignano del capo, Andrano, Diso e Castro, che hanno preso parte ad un percorso di confronto reciproco, coinvolgendo amministrazioni locali, gli operatori del settore turistico e della pesca, associazioni ambientaliste e scuole, e che andranno a condividere le proprie esperienze a livello mediterraneo.
Condividere progetti virtuosi e trasferire strategie e soluzioni innovative in aree che stanno affrontando le stesse criticità: questi gli obiettivi alla base della rete, presentata ieri dal CIHEAM Bari e Legambiente, in un incontro online dedicato ai Comuni Toscani e Pugliesi, due aree pilota del progetto COMMON. L’incontro ha visto la partecipazione di Comuni della provincia del Salento e di Grosseto.
Dalle scuole plastic free agli impianti erogatori di acqua di qualità, dalla gestione sostenibile del turismo nelle aree protette ai presidi slow food: sono già 15 le buone pratiche raccolte dalla rete del progetto COMMON, afferenti a due macrocategorie: riduzione della produzione dei rifiuti/riciclaggio e gestione dei rifiuti durante le attività di pesca. 7 i Comuni che hanno già aderito: 4 toscani, Follonica, Castiglione della Pescaia, Scarlino e 3 quelli pugliesi, Taranto, Porto Cesareo e Castro.
Il CIHEAM Bari e Legambiente, promotori dell’iniziativa e partner italiani del progetto COMMON aprono l’invito ai comuni costieri ad aderire alla rete mediterranea per condividere le buone pratiche come strumento di gestione e diffusione di iniziative volte a contrastrare il marine litter.
Tutte le buone pratiche messe a disposizione dei territori saranno raccolte dalla piattaforma www.commonproject.it nella sezione “Coastal Cities Network”, che nelle prossime settimane vedrà la partecipazione dei comuni libanesi e tunisini, i due paesi coinvolti insieme all’Italia, nel progetto COMMON. Far parte della rete è semplicissimo, basta scrivere all’indirizzo nardelli@iamb.it raccontando allo staff del progetto la buona pratica da condividere.
La mappa delle buone pratiche. Fare rete e condividere soluzioni strategiche e cooperative può rivelarsi cruciale per ridurre la plastica presente nei mari e tutelare sempre di più lo stato di salute del Mar Mediterraneo. Il nostro territorio, inoltre, è pieno di buone pratiche. Ecco quelle che hanno già aderito al Network delle Città Costiere, potenzialmente trasferibili su altri territori:
- Delibera Plastic Free. A Castiglione della Pescaia,una delibera vieta agli esercenti sul territorio comunale di distribuire ai clienti sacchetti per la spesa monouso in materiale non biodegradabile.
- Progetto “Le Nostre Acque”. Nel porto di Castiglione della Pescaia e nella marina di Punta Alasono stati posizionati due cestelli Seabin che, galleggiando a pelo d’acqua, ‘catturano’ i rifiuti che incontrano, mentre una piccola pompa espelle l’acqua filtrata.
- Progetto Poseidon. Grazie a processi di lavorazione specifici, il progetto impiega la Posidonia Oceanica nella fabbricazione di materiale composito biodegradabile, applicazioni in ambito cosmetico e altro (i comuni coinvolti sono Castiglione della Pescaia e Follonica).
- “Bevi senza plastica”. I Comuni toscani di Castiglione della Pescaia, Isola del Giglio, Monte Argentario e Manciano coinvolgono le scuole primarie e secondare nella riduzione dell’utilizzo della plastica e nell’uso consapevole e razionale dell’acqua, tramite l’installazione di impianti e la consegna di borracce.
- “Acqua in caraffa”. Il progetto ha previsto la riattivazione dei naturizzatori nel Comune di Follonica, con il controllo dell’acqua proveniente dai rubinetti e il cambio dei filtri. Obiettivo: l’utilizzo dell’acqua pubblica in totale sicurezza da parte di tutti gli studenti del Comune.
- “Casette dell’Acqua”. Sempre per un utilizzo consapevole e razionale dell’acqua, il progetto ha previsto l’installazione di quattro impianti nel Comune di Follonica, che erogano acqua di qualità grazie a processi di sanificazione e sterilizzazione naturali.
- “Scuola Plastic free”. La giunta comunale ha approvato nel 2019 il progetto ambientale che prevede l’installazione delle fontanelle per l’acqua potabile nelle scuole secondarie e nel palazzo comunale di Follonica. Sempre nel 2019 il comune ha approvato e ha cominciato a distribuire le borracce in alluminio in tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado di Follonica.
- “Plastic Free Challenge”. Il comune di Follonica, nel 2018 aderisce all’iniziativa “Plastic Free” messa in atto dal Ministero dell’Ambiente e si impegna a eliminare i prodotti monouso, non sono negli spazi comunali ma anche presso gli stabilimenti balneari.
- “Cala Violina”. Il Comune di Scarlino promuove la riduzione del flusso turistico e dell’impatto ambientale a Cala Violina, riserva naturale di grande valore. Ogni turista riporta indietro i propri rifiuti fino all’area di sosta. Le boe in mare per la delimitazione delle acque in cui non è consentita la navigazione e l’ancoraggio delle imbarcazioni sono state allontanate dalla battigia: da 150 a 250 mt.
- ADRINET – Adriatic Network for Marine Ecosystem. Un gruppo di azioni focalizzate su una gestione costiera congiunta e sulla creazione di piani di governance per preservare la biodiversità e gli ecosistemi costieri che coinvolge il Comune di Castro. Il progetto ha dotato le imbarcazioni dei pescatori di sistemi per mappare le rotte ittiche e le reti-fantasma, e monitorato il livello d’inquinamento del mare, tracciando il pesce pescato e impedendo il sovra-sfruttamento delle scorte ittiche.
- Isola Ecologica nel porto. Il Comune di Castiglione della Pescaia ha installato nell’area portuale un’isola ecologica informatizzata ed ecosostenibile per la raccolta specifica e differenziata dei rifiuti plastici e vetrosi raccolti dai pescherecci durante le loro attività in mare. Ad oggi, però, non è pienamente operativa a causa della normativa italiana non ancora rispondente rispetto a quanto messo in atto dai progetti di Fishing for litter.
- Presidio slow-food per la cozza Tarantina. Il Comune di Taranto ha avviato una sperimentazione a risultato del protocollo d’intesa con Novamont S.p.A., per lo sviluppo di una calza per mitilicoltura in Materbi. Il progetto ha inoltre tutelato il prodotto cozza nera di Taranto con i marchi “presidio Slow Food” e con disciplinare DOP, nel 2021.
- Progetto FEP Pescamica. Il progetto include una serie di attività volte alla valorizzazione della pesca artigianale nelle località di Porto Cesareo e Torre Guaceto: azioni di mappatura del fondale per l’individuazione di rifiuti abbandonanti; installazione e taratura di tag radio sugli attrezzi da pesca per l’individuazione e la rimozione degli attrezzi; attività di formazione per la valorizzazione dell’attività di pesca.
- Accordo di Programma per la definizione delle attività di “pulizia dei fondali marini”. La capitaneria di porto di Gallipoli, il Comune di Porto Cesareo e il MAATM coinvolgono le Cooperative di Pesca professionale, i Diving center, le Associazioni ambientaliste locali, e la società di smaltimento dei rifiuti in attività di prelievo, raggruppamento e gestione dei rifiuti provenienti dalla pulizia dei fondali marini.
Il partenariato: Il progetto COMMON vede coinvolti Legambiente, l’Università di Siena, l’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi, il CIHEAM Bari, l’ONG libanese Amwaj of the Environment, l’Università di Sousse e la riserva naturale di Tyre, in Libano. L’obiettivo comune è la riduzione del marine litter in 5 aree pilota, pianificando l’uso e il monitoraggio delle risorse e utilizzando un approccio partecipativo, con l’ambizione di testare un modello potenzialmente trasferibile a tutto il bacino mediterraneo.