Nel week-end dal 14 al 16 maggio torna l’iniziativa di Legambiente per ripulire arenili e fondali dai rifiuti spiaggiati. Oltre 60 gli eventi in programma lungo la Penisola. In prima linea anche Pierò Pelù con il Clean Beach Tour che fa tappa in Toscana Pulizie anche in altri 16 Paesi del bacino del Mediterraneo con Clean up the Med. Legambiente: “Il marine litter resta un problema irrisolto e di portata mondiale.
“Fai anche tu la tua parte: per contrastare la presenza dei rifiuti che vedi sulle spiagge e che finiscono in mare, ogni
tua scelta quotidiana è importante e può fare la differenza”. Con questo slogan Legambiente invita tutti questo week-
end – 14, 15 e 16 maggio – a partecipare all’edizione 2021 di Spiagge e Fondali Puliti, la campagna di volontariato
ambientale realizzata con il supporto di E.ON, Novamont e Sammontana in qualità di partner principali e Virosac in
qualità di partner. Una tre giorni importante segnata da una mobilitazione attiva lungo le coste e gli arenili della
Penisola, ma anche lungo le sponde del Mediterraneo, e che riprende il via dopo lo stop del 2020 legato alla pandemia
e alle misure del lockdown. Oltre 60 le iniziative in programma in 15 regioni italiane, tutte organizzate nel pieno
rispetto delle normative anti-covid e consultabili sul sito di Legambiente, e che avranno per protagonisti volontari di
tutte le età, famiglie e scolaresche, amministrazioni comunali e aziende che insieme all’associazione ambientalista
ripuliranno le spiagge, ma anche le sponde di fiumi e laghi. Dalla pulizia dei lidi laziali (come quelle in programma
sabato a Capocotta, nella spiaggia posta sotto la riserva regionale di Tor Caldara di Anzio e domenica a Castel
Gandolfo) passando a quelli toscani (pulizia domenica in località San Vincenzo e a Marina di Cecina) e lucani (doppio
appuntamento sabato e domenica a Maratea e a Policoro). E poi iniziative anche in Puglia (sabato lungo i lidi di Bari e
Trani), Liguria (sabato a Genova Nervi) e in Veneto (sabato a Rosolina Mare), e in alcune regioni le attività di pulizia
proseguiranno anche nei week-end successivi. Spiagge e Fondali Puliti 2021 sarà anche caratterizzato da un contest
fotografico attraverso il quale Legambiente inviterà tutti a condividere su Instagram le foto del “bottino” di rifiuti con
gli hashtag #CiPiaciUnSacco e #SpiaggeFondaliPuliti e taggando l’associazione ambientalista nei tuoi post! Le foto più
simpatiche vinceranno una shopper in tessuto Ci Piaci un sacco!
In questo week-end dedicato al mare e alle spiagge, non mancheranno all’appello anche diverse associazioni di sub
che ripuliranno alcuni tratti del fondale marino, come accadrà ad esempio domenica a Formia o il 23 maggio a
Bisceglie, in Puglia. In prima linea ci sarà anche la rockstar Piero Pelù che, con il suo Clean Beach Tour e una tappa
tutta toscana, aprirà il grande week-end di iniziative che vedrà unito anche il bacino il Mediterraneo. Saranno ben
100 le iniziative di pulizia previste anche in altri 16 paesi del Mediterraneo – Algeria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia,
Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Monaco, Palestina, Spagna, Tunisia, Turchia, Italia – e che vedranno in prima fila
85 associazioni grazie a Clean up the Med, versione mediterranea di Spiagge e Fondali Puliti, promossa quest’anno da
COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), progetto
europeo finanziato da Eni CBC Med che coinvolge Italia, Libano e Tunisia con l’obiettivo di tutelare le coste del
Mediterraneo dal marine litter attraverso una gestione sostenibile.
“L’inquinamento da plastica in mare e sulle spiagge – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –
resta, insieme all’emergenza climatica, l’altra grande questione ambientale e mondiale da affrontare con interventi e
politiche mirate tenendo alta l’attenzione sul tema. Per questo sono importanti le campagne di informazione,
sensibilizzazione e volontariato per la rimozione dei rifiuti, come stiamo facendo da anni con Spiagge e Fondali Puliti.
Quasi la metà dei rifiuti spiaggiati monitorati sono proprio i prodotti al centro della direttiva europea sulla plastica
monouso, ossia prodotti usa e getta, dalle bottiglie di plastica alle stoviglie, dai mozziconi di sigaretta ai cotton fioc,
solo per citarne alcuni. Per questo chiediamo che l’Italia emani entro il 3 luglio 2021 il decreto legislativo di
recepimento della direttiva europea pensata per bandire e ridurre la produzione e commercializzazione di alcuni
prodotti di plastica monouso su tutto il territorio nazionale. Non ripetiamo lo stesso errore fatto con l’ennesima
proroga della plastic tax. Auspichiamo inoltre – aggiunge Zampetti – che venga confermata la deroga, contenuta nella
legge di delegazione europea approvata in parlamento, per i prodotti biodegradabili e compostabili, laddove non è
possibile eliminare i prodotti monouso. Un passaggio fondamentale per riconoscere il valore della filiera tutta italiana
della chimica verde, su cui il nostro Paese può e deve fare da apripista in Europa, come è già avvenuto dieci anni fa
con la messa al bando dei sacchetti di plastica, consentendo l’utilizzo soltanto di quelli compostabili. Un
provvedimento che oggi ha consentito una riduzione complessiva nell’utilizzo di sacchetti monouso di quasi il 60%.”
Beach litter 2021 – Oltre alla rimozione dei rifiuti, l’obiettivo di Spiagge e Fondali Puliti è anche quello di sensibilizzare i
cittadini sul grande problema del marine litter che non risparmia il Mediterraneo. A parlar chiaro sono anche i nuovi
dati dell’indagine Beach Litter 2021, realizzata dai circoli locali di Legambiente e che l’associazione ambientalista lancia
oggi in vista del week-end di Spiagge e Fondali Puliti. Nelle 47 spiagge monitorate in 13 regioni (Abruzzo, Basilicata,
Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto)
sono stati censiti 36821 rifiuti in un’area totale di 176.100 mq. Una media di 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di
spiaggia che supera di gran lunga il valore soglia o il target di riferimento stabilito a livello europeo per considerare
una spiaggia in buono stato ambientale, ossia meno di 20 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri lineari di costa. I rifiuti censiti
da Legambiente sono di ogni forma e tipo, per lo più usa e getta, legati principalmente agli imballaggi, al consumo di
cibo e ai rifiuti da fumo: dalle bottiglie ai contenitori e tappi di plastica, dai mozziconi di sigaretta ai calcinacci e ai
frammenti di vetro, per arrivare a dischetti, guanti e mascherine. La plastica resta il materiale più trovato dei rifiuti
spiaggiati. Su circa un terzo delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei
rifiuti monitorati, mentre sul 72% dei lidi monitorati sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti
riconducibili all’emergenza sanitaria Covid-19. In particolare le mascherine sono state rinvenute sul 68% delle spiagge
monitorate, i guanti usa e getta sul 26%. Rinvenuti anche quest’anno, in 5 spiagge di Campania, Lazio e Sicilia, i
dischetti utilizzati come biofilm carrier nei depuratori.
Materiali e fonti: Dai campionamenti fatti da Legambiente nelle 47 spiagge, la plastica risulta il materiale più trovato
(84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,5%), metallo (3,2%) e carta/cartone (2,9%), gomma e tessili
(entrambi all’1,4%), legno (trattato/lavorato) all’1,3%. Il restante 1% è formato da materiali legati al COVI-19,
bioplastiche, oggetti in materiali misti, rifiuti da cibo e prodotti chimici/sintetici. Come lo scorso anno, nella spiaggia di
Romagnolo a Palermo sono stati monitorati un numero molto alto di rifiuti derivanti da attività di costruzione e
demolizione che non sono stati considerati per le elaborazioni per non alterare i risultati, ma che comunque devono
essere presi in considerazione localmente.
Top ten dei rifiuti spiaggiati. Anche quest’anno si confermano al primo posto nella top ten dei rifiuti spiaggiati, gli
oggetti e i frammenti di plastica o di polistirolo non identificabili, che insieme rappresentano circa il 29% dei rifiuti
registrati. Al terzo posto i mozziconi di sigarette (l’8,7% dei rifiuti rinvenuti), seguiti da tappi e coperchi in plastica
(8,3%), cotton fioc in plastica (5,4% dei rifiuti monitorati). Questi ultimi sono il simbolo per eccellenza di
maladepurazione (spesso infatti vengono gettati nel wc) e in Italia sono al bando in favore di alternative più sostenibili
e compostabili. Al sesto posto troviamo le bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,3%), seguiti dalle stoviglie
usa e getta in plastica (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) con il 3,8%. All’ottavo posto reti o sacchi per
mitili o ostriche (3,2%), seguite da materiale da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti)
con il 2,5%. A chiudere la top ten oggetti e frammenti in plastica espansa (non polistirolo) (2,3%) ritrovati soprattutto
presso la foce dei fiumi Uniti a Ravenna.
“L’indagine Beach Litter – spiega Serena Carpentieri, vice direttrice di Legambiente – rappresenta una delle più grandi
esperienze di citizen science a livello internazionale grazie all’impegno dei volontari e delle volontarie di Legambiente.
Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente,
cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti
spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo. Un problema quello del marine litter che nei prossimi anni dovrà
vedere un Mediterraneo sempre più unito mettendo in campo anche una politica unitaria contro i rifiuti in mare
partendo da un aggiornamento su proposte dell’Unep e dell’Unione Europea, estendendo le linee guida europee a
tutto il bacino del Mediterraneo”.
La Direttiva Europea e i dati Beach litter 2021: Il 42,3% del totale dei rifiuti monitorati da Legambiente è costituito da
quei prodotti usa e getta al centro della diretta europea, detta anche SUP (Single Use Plastics), che prevede a riguardo
misure specifiche. Entrando nel dettaglio per i mozziconi di sigaretta – onnipresenti sulle spiagge europee, tra i più
trovati – la proposta di direttiva prevede obblighi per i produttori, che contribuiranno a coprire i costi di gestione e
bonifica e i costi delle misure di sensibilizzazione. Per le bottiglie e i contenitori di plastica, inclusi i tappi (e anelli) –
ne sono stati trovati oltre 5000 sulle spiagge monitorate da Legambiente – è stato proposto l’obiettivo di raccolta del
90% al 2025 e si dovrà riciclare almeno il 90% delle bottiglie per bevande entro il 2029, con un target intermedio del
77% al 2025. Nel testo si introduce anche l’obbligo, a partire dal 2024, di avere il tappo attaccato alla bottiglia per
evitare che questo si disperda con facilità. Viene introdotto, inoltre, un contenuto minimo di materiale riciclato,
(almeno il 25% entro il 2025 ed il 30% al 2030) nella produzione di bottiglie di plastica per favorirne così la raccolta
differenziata.
Per quanto riguarda la reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica – parliamo di oltre 2400 elementi censiti
dai volontari di Legambiente solo nel 2021 – la Commissione propone per i primi di introdurre regimi di responsabilità
del produttore che dovrà coprire, oltre ai costi delle misure di sensibilizzazione, i costi della raccolta, in seguito alla
dismissione e al conferimento agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento.
Tra gli altri prodotti ci sono poi i contenitori in plastica per alimenti e i bicchieri di plastica che rappresentano
rispettivamente il 31% e il 46% dei rifiuti da consumo di cibi da asporto, ovvero l’insieme di posate, piatti, cannucce e
mescolatori per bevande censiti dai volontari di Legambiente. Per quanto riguarda i cotton fioc, quelli di plastica in
Italia sono stati messi al bando a partire dal 2019, un’iniziativa nata dalla denuncia di Legambiente che di fatto ha
anticipato il divieto di commercializzazione di questi prodotti contenuto nella proposta della direttiva. Infine ci sono le
buste di plastica, ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha
comunque permesso una riduzione nell’uso di sacchetti del 65%. Un bando, sottolinea Legambiente, che se fosse
esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo avrebbe risultati molto più rilevanti. La proposta di direttiva in
questo caso è obbligare i produttori a contribuire alla copertura dei costi di gestione e bonifica dei rifiuti e delle
misure di sensibilizzazione. Ultima nota riguarda gli assorbenti igienici e palloncini di gomma oggetti per cui è stata
proposta un’etichettatura chiara, che indichi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica.